In mostra al MANN: la bellezza salvata dal traffico illecito

Al Museo Archeologico Nazionale di Napoli è attualmente visitabile una mostra straordinaria che segna l’esito di un complesso percorso di indagine, studio e collaborazione istituzionale. L’esposizione nasce nell’ambito del protocollo d’intesa siglato tra il MANN e la Procura della Repubblica di Napoli, con il fondamentale contributo scientifico e operativo del Centro Interdipartimentale L.U.P.T. dell’Università di Napoli Federico II.

Grazie all’impegno della Prof.ssa Daniela Savy, responsabile dell’area di ricerca in diritto e management del patrimonio culturale, e alla direzione della Prof.ssa Marina Albanese, il LUPT ha giocato un ruolo chiave nel ricostruire le storie, spesso drammatiche, dietro centinaia di reperti trafugati e finiti nel circuito del mercato nero.

Oltre 600 oggetti dissequestrati – provenienti dalla Campania e da tutto il Mezzogiorno – tornano oggi visibili al pubblico, testimoniando non solo la ricchezza del nostro passato, ma anche le ferite profonde inferte dal saccheggio e dalla falsificazione del patrimonio archeologico.

La mostra è un potente messaggio civile: rubare arte non è solo un crimine, ma un attacco alla nostra identità collettiva. Attraverso cinque sezioni tematiche, il percorso espositivo illumina le dinamiche del traffico illecito, il ruolo del collezionismo, le rotte internazionali, i casi giudiziari, il mondo delle falsificazioni e il destino ignoto di opere mai recuperate.

Un’occasione unica per conoscere da vicino il lavoro silenzioso e fondamentale di chi ogni giorno difende la memoria culturale del nostro Paese.