4 aprile tra saggezza popolare e meteorologia

“Vox populi, Vox Dei!”, da sempre, nell’immaginario collettivo, i detti popolari hanno costituito un punto di riferimento, una sorta di infallibile saggezza tramandata nei secoli.
Nelle sfere dell’amore, del lavoro e della vita di tutti i giorni, i nostri avi ci hanno lasciato innumerevoli perle, a volte grottesche, a volte molto corrispondenti alla realtà.
Ovviamente, la meteorologia non è immune, anzi, sono tantissimi i proverbi che accompagnano le varie stagioni ed i mesi dell’anno.
Tra questi, ce ne è uno che sin da piccoli, ci incuriosisce, il celeberrimo “quattro aprilante giorni quaranta”, un vaticino che ci condanna a 40 giorni di pioggia nella sciagurata ipotesi che il 4 aprile possa essere funestato da fenomeni piovosi….e così, anche se nessuno lo confessa, dalla mezzanotte e per le 24 ore successive, siamo tutti con il naso rivolto al cielo per scorgere eventuali nuvole minacciose.

L’aggettivo “aprilante”, è usato per indicare ciò che è del mese di aprile e secondo il Bagli (1884) i primi quattro giorni del mese erano chiamati “quattro brillanti” e annunciavano un’ottima annata proprio se erano piovosi.
Ma la saggezza popolare ha davvero ragione?
Analizziamo i dati della stazione meteorologica del LUPT – Centro Interdipartimentale di Ricerca Laboratorio di Urbanistica e Pianificazione Territoriale “Raffaele d’Ambrosio” dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, integrati con i dati desunti della stazione meteorologica di Capodichino per il periodo, dall’anno 2000 al 2016, per i giorni dal 4 aprile al 14 maggio.
Si osserva quanto di seguito illustrato nel grafico:

 

L’analisi effettuata mostra che gli anni nei quali la piovosità ha colpito almeno un giorno compreso tra il 1° ed il 4 aprile è il 58%, dato che scende sensibilmente se nello stesso lasso temporale cerchiamo fenomeni piovaschi che interessino almeno tre giornate, in questo caso non si scollina il 9,70%.
Sembra, quindi, che i dati metereologici derubrichino il famoso detto da presagio a semplice boutade, confermando quindi la teoria di altri studiosi che hanno esaminato l’archivio ultrasecolare delle precipitazioni piovose registrate dall’Osservatorio meteorologico dell’Università di Napoli Federico II.
I risultati non hanno mostrato alcuna relazione fra la pioggia caduta il 4 aprile e possibili successivi 40 giorni di acqua, questo sembrerebbe indicare che in climatologia i proverbi popolari, per quanto celebri e secolari, non abbiano alcun riscontro scientifico.
Tuttavia, un’analisi effettuata in maniera meno restrittiva mostra che gli anni nei quali è piovuto almeno in un giorno tra il 1° ed il 4 aprile, e che hanno visto successivamente almeno sedici giorni piovosi non continui fino al 14 maggio, costituiscono il 70% dei casi, mentre gli anni nei quali non è piovuto in quelle date e che sono stati seguiti da più di 16 giorni piovosi costituiscono soltanto il 32% dei casi.
Risultati che, forse, ci faranno passare ancora tanti 4 aprile con il naso rivolto verso il cielo e con l’intima speranza che non cada quella goccia di pioggia che possa rovinare le nostre primavere.

 


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